Scelgo il colore dell' apatia
perchè è senza pretese,
se ne frega di forma,
di giudizio e pregiudizio,
di sistemi troppo grandi,
di destini già decisi;
ma sopratutto non ha la pretesa di piacere.

E tace, ma non sempre acconsente.


infiniti mondi e infiniti universi

Questo sognava un tale Giordano Bruno, tanto tempo fa.

Finché i sogni divennero teoria; e anche le sue teorie facevano sognare, proiettavano i sognatori stessi al di là delle gabbie della realtà, soverchiando le antiche gerarchie, capisaldi di un motore immobile mascherato con la fede. Sognava e faceva sognare, finché qualcuno tremò. E tremando non trovò pace, almeno fino quella mattina, in Campo de’ Fiori, quando il fuoco della repressione avvampò inesorabile, carbonizzando le coscienze degli spettatori per raggiungere poi quei piedi inermi, là, in cima alla pira, e sempre più su fino ad estirparne la vita dal corpo.

Ma le basi dei sogni sono cementate con le fondamenta delle idee. E le idee sono persistenti, più della memoria o delle scorie radioattive. E si diffondono, si propagano come un contagio, forse più velocemente, tanto che quelle idee sono sopravvissute, al silenzio dei secoli, alla polvere dell’ignoranza, alla cieca rabbia del rogo e del suo bruciare. Il resto si sa, è semplicemente storia.

Infiniti mondi e infiniti universi sono dentro la nostra testa e intorno a noi.

E a noi, solo lo sforzo di immaginarli.

Lettori fissi

giovedì 11 dicembre 2008

Il punto di vista del Licantropo

"Da lupo sono innocuo. L'assassino è un uomo.
E' quando mi trasformo in uomo che divento un... uomo.

Un uomo. Un essere che tocca, sugli autobus, i sederi delle ragazze e poi scrive lettere indignate di protesta ai giornali perchè ci sono in giro ragazze con la minigonna. Che è contro la morale.

Un uomo, un essere che crede che al mondo, tutti al mondo, facciamo tutto solo per denaro, che tutte le donne sono puttane a parte sua madre e sua sorella.

Un uomo, quello che insidia la cognata dodicenne, e poi invoca la pena di morte per chi ha insidiato una cognata dodicenne.

Un uomo, un essere che confonde per un minuto il fanatismo con il coraggio e solo con il coraggio di altri diventa un eroe in un secondo. Un uomo, uno che crede di esser solo quando siamo cinque miliardi, uno che fa i concorsi a premi, che spedisce le cartoline che trova nei detersivi, uno che guarda la televisione tutte le sere e dipinge solo la domenica. Per fortuna.

Ecco, io quando divento uomo... uccido."






Da: "io, non io, neanche lui."
di A.G.Pinketts

Nessun commento:

Posta un commento