Scelgo il colore dell' apatia
perchè è senza pretese,
se ne frega di forma,
di giudizio e pregiudizio,
di sistemi troppo grandi,
di destini già decisi;
ma sopratutto non ha la pretesa di piacere.

E tace, ma non sempre acconsente.


infiniti mondi e infiniti universi

Questo sognava un tale Giordano Bruno, tanto tempo fa.

Finché i sogni divennero teoria; e anche le sue teorie facevano sognare, proiettavano i sognatori stessi al di là delle gabbie della realtà, soverchiando le antiche gerarchie, capisaldi di un motore immobile mascherato con la fede. Sognava e faceva sognare, finché qualcuno tremò. E tremando non trovò pace, almeno fino quella mattina, in Campo de’ Fiori, quando il fuoco della repressione avvampò inesorabile, carbonizzando le coscienze degli spettatori per raggiungere poi quei piedi inermi, là, in cima alla pira, e sempre più su fino ad estirparne la vita dal corpo.

Ma le basi dei sogni sono cementate con le fondamenta delle idee. E le idee sono persistenti, più della memoria o delle scorie radioattive. E si diffondono, si propagano come un contagio, forse più velocemente, tanto che quelle idee sono sopravvissute, al silenzio dei secoli, alla polvere dell’ignoranza, alla cieca rabbia del rogo e del suo bruciare. Il resto si sa, è semplicemente storia.

Infiniti mondi e infiniti universi sono dentro la nostra testa e intorno a noi.

E a noi, solo lo sforzo di immaginarli.

Lettori fissi

mercoledì 17 dicembre 2008

noi bambine non abbiamo scelta


Mi telefona
promette che
mi rapirà
mi porterà al cinema,
è la mia droga non mi può far male,
non abbiamo altro non abbiamo scelta noi, bambine.

mi piace l'uomo sulla honda biondo da trascorrere...la la là
in una vasca d'acqua sporca di motel... che male c'è?
germain-des-près la la là

he's my
teddy-boy
campa di guai
non piange mai
si chiede "che sarà di noi?"
mi scrive sulla bocca le parole che non posso dire
quando piango in questo mondo

stupido
mi fa morire con le mani buone da
trasmettere la la là
a queste natiche di panna e di caffè... che male c'è?
mon petit verlaine la la là

pic. by Robert Frank




Baustelle.

giovedì 11 dicembre 2008

Il punto di vista del Licantropo

"Da lupo sono innocuo. L'assassino è un uomo.
E' quando mi trasformo in uomo che divento un... uomo.

Un uomo. Un essere che tocca, sugli autobus, i sederi delle ragazze e poi scrive lettere indignate di protesta ai giornali perchè ci sono in giro ragazze con la minigonna. Che è contro la morale.

Un uomo, un essere che crede che al mondo, tutti al mondo, facciamo tutto solo per denaro, che tutte le donne sono puttane a parte sua madre e sua sorella.

Un uomo, quello che insidia la cognata dodicenne, e poi invoca la pena di morte per chi ha insidiato una cognata dodicenne.

Un uomo, un essere che confonde per un minuto il fanatismo con il coraggio e solo con il coraggio di altri diventa un eroe in un secondo. Un uomo, uno che crede di esser solo quando siamo cinque miliardi, uno che fa i concorsi a premi, che spedisce le cartoline che trova nei detersivi, uno che guarda la televisione tutte le sere e dipinge solo la domenica. Per fortuna.

Ecco, io quando divento uomo... uccido."






Da: "io, non io, neanche lui."
di A.G.Pinketts

martedì 9 dicembre 2008


"Le donne sono esseri destinati a soffrire;
non c'è da meravigliarsi che vogliano sempre grandi dichiarazioni d'amore"


From 'Post Office' di Charles Bukowski

giovedì 4 dicembre 2008

Tris d'assi

Lords of Dogtown
Di Catherine Hardwicke, anno 2005. Con Heath Ledger ed Emile Hirsch piccolo piccolo (che ho riconosciuto a metà film, va bhe...)
Anno 1975, in una torrida estate di siccità "c'è più cemento che onde da surfare".
Così un gruppo di adolescenti surfisti si ritrovano a skeitare illegalmente nelle piscine vuote delle ville di ignari proprietari di L.A, e che grazie a un abile 'manager' ne faranno una vera professione. E poi copertine, soldi, successo, ma soprattutto amicizia.
Soggetto scritto dal vero Stacy Peralta, già autore di un documentario sul genere (Dogtown and Z-Boys) nonchè uno dei reali protagonisti di questa storia vera che ha rivoluzionato il mondo dello skateboard.
Un film che non tralascia dettagli tecnici per gli amanti del genere, divenuto un vero e proprio cult per la cultura freestyle.



Mississippi burning
di Alan Parker anno 1988, con Gene Hackman e Willem Dafoe,ovvero il cattivone di Spiderman 1 di Sam Raimi (amo quest'uomo!).
1964: due agenti FBI di N.Y vengono inviati nel profondo sud per indagare sull' anomala scomparsa di due ragazzi bianchi e di un nero attivisti per i diritti civili, argomento piuttosto scomodo nello stato del Mississippi dei campi di cotone. Inevitabilmente ci si scontra con le radici dell'odio che si leggono tra le righe della quotidianità: abusi, violenze, pubbliche esecuzioni. Illegali, ma leggitimate dalle autorità.

l'odio infiamma e bruciano le case, bruciano le chiese, ma soprattutto bruciano le croci del Ku Klux Klan.




La Stangata
George Roy Hill, anno 1973. Con un bellissimo Paul-occhi di ghiaccio-Newman e un giovane giovane Robert Redford.
Magistralmente ambientato in un' America degli anni '30 un gruppo di abili truffatori organizzano una colossale truffa un po' per vendetta un po' per gusto personale, ai danni di un boss, accidentalemte colpevole di aver ucciso un loro amico.
Brillante, sia nei set-up cinematografico, a capitoli, che nella colonna sonora ( 'The entertainer' di Scott Joplin) celebrato nel 1974 da 7 premi Oscar.
Mi sa che stavolta devo essermi addormentata solo giusto quei cinque o dieci minuti...e dai.

lunedì 1 dicembre 2008

doppietta

Nessuna verità. (Body of lies)

Di Ridley Scott,
anno 2008, con il Leo Di Caprio,
Russell Crowe piuttosto inchiattonito
(per la parte? mah)
Spy-story old school ben macchinata, ispirata al romanzo del giornalista del Washington Post, David Ignatius. Nel caldissimo scenario del moderno Medioriente, attentati, servizi segreti americani, giordani e cellule di Alqueida. Unica regola ovviamente, è quella di non fidarsi... risultato: nessuna verità.
Una critica feroce alla prepotenza dell'ipocrisia americana, imperterrita, nella sua personale convinzione di superiorità.


Awake, anestesia cosciente.
Di Joby Harold, anno 2008,
con Hayden Christensen, Jessica Alba.
Cosa succederebbe se un paziente in anestesia totale, per inspiegabili ragioni, rimanesse mentalmente cosciente?Un' ipotesi suggestiva e a tratti inquietante in una storia ricca di colpi di scena e di risvolti inaspettati che sembra insinuare che, forse, tutto accade per una ragione.
Coraggioso e tuttosommato apprezzabile, a scapito delle mie previsioni nefaste.
Bello, perchè non te lo aspetti.

Modigliani, il film.

I colori dell'anima.
Di Mick Davis, anno 2004, con Andy Garcia.
Squattrinati artisti irresponsabili, alcolizzati e fumatori d'oppio, nonchè egoisticamente egocentrici popolano la Parigi degli anni '20 per poi finire risucchiati in un vortice nichilista di autodistruzione che travolge tutti, inesorabile. Ma sul podio sono arrivati secondi, dopo Baudelaire.
Complessivamente il film è lento, piuttosto piatto e purtroppo manca un po' di poesia.
Tuttosommato paragonabile a una qualsiasi mediocre Fiction della Rai.


rivisto di recente

Il labirinto del fauno.


Di Gullielmo del Toro, anno 2006, con attori ispanici.

Tra realtà e finzione. Ambientato nel periodo franchista tra repressione e lotta partigiana una bambina vive il suo romanzo di formazione tra mostri, fauni e fate, sostanzialmente più grotteschi che fantastici.
Mondo parallelo o fantasia?
Toni tragici, colori scuri e aspettative nefaste tanto nella realtà quanto nella finzione.